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L'INCONTINENZA URINARIA

a cura della dott.ssa  Palazzi Laura

In base al principio consolidato che “l’avanzare dell’età diminuisce la funzione”, l’invecchiamento comporta modificazioni regressive ed involutive a livello sia pelvico che del controllo nervoso delle funzioni vescico-uretrali.

Di conseguenza i disturbi minzionali della terza età sono estremamente comuni, soprattutto nel cosiddetto “Anziano Fragile”. Pur in assenza di conseguenze dirette, essi comportano spesso coinvolgimento della personalità del paziente da condizionarne pesantemente la vita di relazione e da costituire un rilevante problema sociale. Dalle ricerche effettuate tutti gli autori concordano, infatti, nell’affermare che l'incontinenza urinaria ha un impatto negativo significativo, e per certi versi persino disastroso, su tutti gli aspetti della vita di chi ne è afflitto, creando problemi psicologici, occupazionali, relazionali, fisici e sessuali. L’incontinenza urinaria condiziona così negativamente tutti i presidi della qualità della vita della popolazione generale da creare una richiesta di sanità pubblica superiore a quella di altre numerose riconosciute malattie croniche. Nella valutazione della rilevanza sociale della IU, al costo psico-sociale del sintomo, prevalentemente individuale, va aggiunto il rilevante costo socio-economico e assistenziale (COI: Cost of Illness), che in alcuni Paesi risulta superiore, ad esempio,  ai costi della dialisi renale.

A quello che è l’invecchiamento “fisiologico”, si può sovrapporre la patologia urologica ed extra-urologica, la cui frequenza aumenta proporzionalmente con l’avanzare dell’età.

Nel soggetto anziano diminuiscono la capacità vescicale (cioè la quantità di urina che può essere contenuta senza dare origine allo stimolo ad urinare), la pressione di chiusura uretrale (la forza che ostacola la spontanea fuoriuscita delle urine) nonché l’abilità a procrastinare la minzione. Aumentano invece il residuo post-minzionale (cioè la quantità di urina che rimane in vescica dopo la minzione) e le contrazioni non inibite della muscolatura vescicale (o”detrusore”, muscolo che attiva la minzione).

L’incontinenza Urinaria costituisce nell’anziano un problema molto importante, talora sottovalutato. E’ definita come una condizione nella quale una perdita involontaria di urina, obiettivamente dimostrabile, viene a costituire un problema igienico o sociale.

Il soggetto anziano presenta una certa riluttanza nel riferire al Medico un disturbo “delicato” come l’incontinenza urinaria. Spesso inoltre tale disturbo viene erroneamente considerato una conseguenza normale ed inevitabile dell’invecchiamento. L’incontinenza urinaria, disturbo spesso trattabile, può comportare conseguenze indirette sfavorevoli: può infatti prolungare un ricovero in ospedale, può costituire una delle cause di ricovero permanente in istituto, può rappresentare un problema  significativo anche per i familiari o per coloro che assistono il paziente.

E’ il più frequente disturbo minzionale nell’anziano; interessa tra il 15% ed il 30% dei soggetti anziani domiciliati e tra il 45% ed il 50% dei soggetti in istituto. La prevalenza dell’incontinenza urinaria è associata all’età, anche se tale associazione potrebbe essere attribuita alla presenza di patologie croniche associate. Ha un’origine plurifattoriale e può essere transitoria oppure stabile.

La forma transitoria può essere legata a cause diverse come: gli stati confusionali, le infezioni delle vie urinarie, il diabete, l’uso di farmaci (sedativi, ipnotici, diuretici, antipertensivi), l’immobilità con conseguente difficoltà a raggiungere i servizi, la stipsi cronica con compressione vescicale da parte delle feci che ristagnano nel basso intestino (fecalomi).

La forma permanente o stabile, può essere classificata in:

a)      Incontinenza da Stress, causata da deficit dei meccanismi da cui dipende la continenza vescicale e comprende:

-          incontinenza da lesioni sfinteriali secondarie ad interventi chirurgici o endoscopici prostatici

-          incontinenza da sforzo nella donna legata ad un difetto anatomico uretro-cervicale associato ad un deficit di trasmissione della pressione addominale all’apparato sfinterico; in questa varietà di incontinenza la perdita di urine si realizza in assenza di attività della muscolatura vescicale

b)      Urge Incontinence che comprende:

-          la motor urge incontinence dovuta a contrazioni non inibite del detrusore (la muscolatura vescicale); si può realizzare:

1)      per ostruzione cervico-uretrale (adenoma o carcinoma prostatico ecc.), rappresentando un’accentuazione della sintomatologia minzionale di tipo irritativo, ovvero difficoltà ed aumentata frequenza delle minzioni ed imperiosità od urgenza minzionale

2)      per una patologia neurologica (ictus, ischemia cerebrale transitoria, sindromi parkinsoniane, insufficienza cerebrovascolare cronica ecc.) che determina un’alterazione delle componenti neurologiche deputate al controllo volontario della minzione;

3)      per un’associazione di fattori ostruttivi o neurologici, condizione assai frequente nel soggetto anziano:

-          la sensor urge incontinence in cui si ha un’abnorme accentuazione della sensibilità vescicale con riduzione della capacità del muscolo detrusore per processi infiammatori vescicali.

-          Una particolare varietà di incontinenza urinaria è la cosiddetta Iscuria Paradossa o Overflow Incontinence, caratterizzata da “rigurgito” di urina da distensione vescicale e ritenzione totale di urina.

 I Fattori di Rischio dell’Incontinenza Urinaria:

-          L’avanzare dell’età è associato ad un aumento della prevalenza di incontinenza urinaria

-          Le limitazioni della mobilità, in quanto i pazienti con difficoltà di movimento presenteranno inevitabilmente difficoltà a raggiungere in tempo il bagno

-          Il sesso femminile, relativamente ai casi di incontinenza da stress in donne che hanno avuto parti per via vaginale

-          L’ospedalizzazione acuta

-          Le carenze igieniche accompagnate a ritenzione d’urine ed infezioni delle vie urinarie

-          Le patologie neurologiche e soprattutto quelle demenziali

Le Prime Tappe Diagnostiche:

La raccolta dei dati clinici, oltre alle notizie usuali, deve essere mirata alle abitudini intestinali, ai precedenti neurologici ed ortopedici, ai trattamenti farmacologici continuativi in atto.

Colloquio ed esame obiettivo consentono di valutare:

-          lo stato mentale del paziente

-          la motricità e la destrezza manuale

-          la presenza di danni neurologici minori o maggiori

-          lo stato di idratazione

-          lo stato dei genitali esterni (fimosi, stenosi uretrale ecc.)

-          la presenza di fecalomi

-          la compilazione della cosiddetta “carta minzioni”, strumento di diagnosi e talvolta persino di terapia; essa consiste nella compilazione di un diario minzionale da parte del paziente, che annota per 4-7 giorni l’ora della minzione, ciascun volume vuotato e gli eventuali episodi in incontinenza. Questo accorgimento consente di quantificare la diuresi diurna e notturna, rileva, attraverso i volumi vuotati, la capacità vescicale ed evidenzia così la severità reale dell’incontinenza urinaria.

-          Nel soggetto con incontinenza urinaria, accanto al diario minzionale, può essere utile ottenere una quantificazione dell’entità della perdita d’urine. Un metodo semplice ed efficace consiste nel misurare, in condizioni note di riempimento vescicale o di idratazione, la differenza in peso di pannolini protettivi, prima o dopo una serie standardizzata di esercizi (ovviamente proporzionati allo stato generale del paziente).

Cosa e’ importante fare:

Nell’anziano è importante considerare la possibilità che l’incontinenza possa essere la conseguenza del sovrapporsi di una condizione acuta ad una situazione precedente. Il primo obiettivo terapeutico deve essere pertanto la rimozione di qualsiasi condizione che potrebbe esacerbare l’incontinenza, come:

  • La comparsa di una patologia medica acuta
  • La somministrazione di alcuni farmaci
  • Le infezioni delle vie urinarie
  • Le modificazioni ambientali (es.: ricovero in ospedale)
  • Le difficoltà di accedere al bagno: l’accesso ai servizi igienici può essere facilitata dall’uso della comoda posta al fianco del letto oppure dall’innalzamento della tazza del gabinetto mediante specifici ausili fino ad un’altezza più conveniente per il paziente, tramite appositi “rialzi per wc” (in commercio esistono rialzi semplici, con base o con braccioli). Particolarmente utile risulta, anche in questo caso, il ricorso all’uso di maniglioni, posti in vicinanza del water, che facilitano i singoli passaggi posturali supportando la persona nei vari movimenti.

I Cateteri vescicali a permanenza, devono essere rimossi non appena possibile; vanno utilizzati i sistemi a circuito o drenaggio chiuso onde ridurre il rischio di infezioni. Il loro uso va limitato ai pazienti:

  • Affetti da ostruzione delle vie urinarie
  • Quelli che presentano lesioni da decubito
  • Quelli che risultano in condizioni troppo compromesse per essere sottoposti ad altri tipi di interventi
  • Quelli in condizioni critiche nei quali sia necessario conoscere con precisione la produzione di urine.

 Altri Ausili per l’Incontinenza Urinaria

Gli Ausili generalmente utilizzati per l’incontinenza urinaria e reperibili in commercio sono:

-          Assorbenti Sanitari: vengono utilizzati anche per altri scopi o per piccole perdite urinarie e non indicati (e\o sufficienti) nel caso di vera e propria incontinenza urinaria.

-          Assorbenti per Incontinenza: sono il dispositivo di solito utilizzato. Sono di dimensioni maggiori e funzionalità più elevata rispetto agli assorbenti prima descritti. Vengono utilizzati nell’arco delle 24 ore (con necessità di più cambi nella giornata) oppure (per precauzione o nel caso di incontinenza urinaria notturna) solo nelle ore di riposo notturno. In base alla loro forma si distinguono in • pannolini rettangolare, • pannolini sagomati ▪ pannolini salva gocce (per uomini con leggera incontinenza) ▪ pannolini di diverse conformazioni e • pannolini mutandina. La loro composizione (tre strati rispettivamente costituiti, dall’esterno all’interno da polietilene, fluff assorbente e strato antifuga) spiega la loro attività assorbente.

-          Cateteri a Permanenza: come detto in precedenza l’indicazione dei cateteri dovrebbe essere limitata a particolari situazioni (soprattutto nel cateterismo a permanenza), mentre è certamente più frequente il loro utilizzo in via transitoria. Oltre che il catetere sono, ovviamente necessari altri presidi tipo le borse di raccolta, che hanno il compito di raccogliere l’urina che fuoriesce dal catetere.

-           Condom (guaine o profilattici): sono particolari dispositivi esterni che, costituiti da silicone o lattice, avvolgono il pene e, tramite un’estremità più rigida, sono collegati aduna borsa di raccolta. Si tratta  di ausili che richiedono una particolare partecipazione e comprensione da parte del paziente, che generalmente presenta un’incontinenza di grado e durata minore (magari solo notturna). Particolarmente importanti risultano sia l’utilizzo di dispositivi di idonea misura che una corretta fissazione (con strisce o guaine adesive) al pene, che risulta particolarmente esposto a fenomeni di irritazione locale od intolleranza.

-          Cateteri Monouso per Cateterizzazioni Intermittente: vengono utilizzati allorquando lo svuotamento vescicale può avvenire in seguito a periodiche cateterizzazioni estemporanee (più volte nell’arco della giornata ad ore prestabilite), spesso autopraticate dal paziente. La loro indicazione è indicata nei casi in cui la “vescica neurologica” si caratterizzi per tendenza alla ritenzione urinaria (situazione diametralmente opposta all’incontinenza), generalmente per patologie neurologiche midollari.

Utili Inoltre Risultano:

-         Tele Cerate

-         Traversine Salvamaterasso Monouso (che stanno poco per volta sostituendo le prime, in quanto surriscaldano meno), con superficie del tampone assorbente nella parte centrale non inferiore al 25% o al 75% della superficie totale.

 

 

Aggiornato il 28-04-2015 alle ore 19:00:23

 

Bibliografia Scientifica Pet-Therapy

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