La Valutazione MultiDimensionale (V.M.D.)
(Le Scale di Valutazione utilizzate in Reparto)
Negli ultimi anni le organizzazioni e gli operatori sanitari hanno cominciato a conoscere ed affrontare termini e tematiche tipo “governo clinico”, “qualità”, “accreditamento”, “evidenze scientifiche” (la famosa “medicinabasatasulle evidenze”), “linee guida”, “protocolli”, “indicatori”, “percorsi diagnostico-terapeuti” ed altro. Tutto questo al fine di rendere sempre più scientifico, o come si è oggi soliti dire, “appropriato” il proprio intervento sanitario.
Tutto questo ci fa intuire come nei processi sanitari nulla può più essere lasciato al caso o realizzato secondo opinioni personali non suffragate da evidenze scientifiche o senza un adeguato aggiornamento di tipo professionale. Non solo, ma quanto “prodotto in ambito sanitario” deve essere “misurato”, per poter essere valutato, in maniera statica ed in maniera dinamica, potendosi in tal modo individuare un miglioramento, o meno, delle prestazioni effettuate e potendosi definire degli obiettivi che possano essere quantificabili, giudicabili e riproducibili nel tempo.
Perché misurare le performance? Quello dei sistemi di misura delle performance, in particolare cliniche, di una organizzazione sanitaria è problema di-battuto a tutti i livelli e rispetto a cui i pareri sono molto diversi a partire dall'uso che si può fare di questi dati, anche se esiste un minimo comune denominatore su cui tutti concordano e cioè la necessità di misurarle, partendo dalla considerazione che “ciò che non si misura non si può gestire”. La risposta alla domanda che ci siamo posti è insita proprio nel “ciò che non si misura non si può gestire” e la sanità con tutte le sue complessità e specificità ha bisogno di essere gestita non solo per ridarle efficienza ma anche per migliorare la efficacia. Risulta razionale però che il confronto su questo aspetto debba in parte cambiare strada perché le ragioni per misurare non sono solo quelle di fare delle graduatorie, pensando con questo di favorire il cittadino nella scelta più idonea per i suoi problemi, anzi.
Per misurare la qualità dei servizi erogati, sono stati individuati i cosiddetti “indicatori”, termine per il quale sono state coniate varie definizioni, globalmente riassumibili nell’identificazione di un Indicatore come “una variabile che ci consente di descrivere fenomeni quali-quantitativi complessi e di prendere decisioni (la scelta dell'ospedale? del medico? di una terapia? di una strategia aziendale?) per promuovere il cambiamento e il miglioramento (ad esempio della qualità delle cure attraverso modifiche dei comportamenti, revisioni di linee guida ecc.)”. È peraltro evidente che se non misuro non avrò possibilità di dimostrare i miei risultati e l'eventuale miglioramento.
Gli indicatori di misura delle performance cliniche devono quindi essere in grado di permettere la valutazione di una procedura, di un atto, di un approccio terapeutico e organizzativo e il miglioramento che determinate procedure sono in grado di determinare nel processo in esame permettendo, quindi, anche il confronto (interno ed esterno) sui risultati.
Esistono molte classificazioni degli indicatori ma tutte hanno alcune classi in comune quali indicatori di Processo (relativi a tempi e modi di gestire processi/ procedure), di Outcome (risultato dell'attività clinica), di soddisfazione dell'Utente, di Struttura ecc.
Gli indicatori devono essere caratterizzati da almeno tre elementi tipici di tutti i metodi di misura che in sintesi possiamo così riassumere.
Validità: è il grado con cui i risultati della misura rappresentano lo stato reale del fenomeno osservato.
Affidabilità/Riproducibilità: indica la similarità dei risultati ottenuti in misure ripetute e definisce la precisione del nostro strumento di misura; maggiore è la riproducibilità di un dato, maggiore sarà la affidabilità del nostro strumento.
Sensibilità: è la misura della capacità dello strumento di riflettere le modificazioni della variabile che si sta studiando ovvero la capacità da parte dello strumento di cogliere le variazioni (seppur minime) dell'evento.
Si riconoscono ormai numerosi Indicatori generalmente utilizzabili dalla maggior parte delle strutture sanitarie, ma ogni realtà operativa dovrebbe identificare o definire dei propri indicatori, specifici, o meglio “appropriati” rispetto ai propri clienti ed i servizi erogati.
L’ingresso nel mondo sanitario geriatrico di tale nuova “mentalità operativa” ha, ovviamente, scatenato, almeno inizialmente, non poche critiche e resistenze, giustificate su errate convinzioni circa una non applicabilità della stessa, ritenendo assenti o non applicabili al paziente anziano Linee Guida Mediche o riconoscendo alla comorbilità (elemento distintivo e peculiare della popolazione geriatria) un ostacolo insormontabile per ogni tipo di standardizzazione o valutazione. In realtà l’ambito geriatrico è risultato, tra quelli medici in generale, uno tra i più idonei ad essere affrontati con un approccio di “tipo Qualità”. Questo grazie anche all’attività svolte dalle varie Società Scientifiche Geriatriche, che hanno definito negli ultimi anni delle proprie Linee Guida e dei propri criteri di appropriatezza operativa.
Senza dimenticare come il principale strumento diagnostico-valutativo e programmatico utilizzato in ambito geriatrico, vale a dire la Valutazione Multidimensionale, risulti particolarmente idoneo ad essere utilizzato come Indicatore.
La Valutazione Multidimensionale dell’anziano
Già nel 1987 il National Institute of Health (Usa) definiva la Valutazione Multidimensionale come “…una valutazione nella quale i numerosi problemi della persona anziana vengono riconosciuti, descritti e spiegati, quando è possibile, e nella quale vengono inquadrate le risorse assistenziali e le potenzialità residue, definito il bisogno di servizi e messo a punto un piano coordinato di cura specifico ed orientato per problemi…”. Ed ancora, ecco un’altra definizione: “Processo di tipo dinamico e interdisciplinare volto a identificare e descrivere, o predire, la natura e l’entità dei problemi di salute di natura fisica, psichica e funzionale di una persona non autosufficiente, e a caratterizzare le sue risorse e potenzialità.
Questo approccio diagnostico globale, attraverso l’utilizzo di scale e strumenti validati, consente di individuare un piano di intervento sociosanitario coordinato e mirato al singolo individuo”. (Ferrucci L., Marchionni N. e il Gruppo di lavoro sulla Valutazione Multidimensionale, 2001, modificato). Gli scopi e le caratteristiche della VMD sono di arrivare ad una conoscenza dell'anziano sotto diversi punti di vista, nel determinare le sue necessità, nel consolidare un metodo di lavoro, nel misurare i risultati di un intervento, nell’offrire un linguaggio comune tra professionisti diversi, nell’individuare gruppi a rischio e nel tradurre i bisogni assistenziali in organizzazione.
Le dimensioni della VMD sono la salute fisica, la funzionalità, lo stato cognitivo, la dimensione affettiva relazionale, la dimensione socio-economica. Per poter mettere queste dimensioni sotto puntuale osservazione, vengono utilizzati alcuni test, suddivisi in tali aree tipiche.
Uno degli aspetti veramente qualificanti risiede nelle cosiddette “fonti della conoscenza”, che sono poi i protagonisti e gli interpreti della VMD, elementi da cui trarre tutte le informazioni necessarie alla valutazione stessa, tra “pazienti ed operatori”. Infatti vi ritroviamo in condizioni partecipative l'anziano, la sua famiglia, l'assistente sociale, il medico, lo psicologo, l'infermiere, il terapista della riabilitazione, l'operatore d'assistenza, l'educatore solo citandone i principali.
Da tutto ciò si evince il ruolo svolto dalla VMD per la definizione dei Piani Assistenziali Individuali (i famosi PAI) in ambito assistenziale e dei Protocolli Diagnostico-Terapeutico- Assistenziale in ambito sanitario geriatrico, nonché quello svolto nello sviluppo del lavoro d’équipe interdisciplinare e multiprofessionale.
Caratteristiche della Valutazione Multidimensionale
Questa deve possedere le seguenti caratteristiche.
• Deve essere compilata a più mani, intendendo che alla sua compilazione debbono concorrere le varie figure professionali all’interno di un Reparto Sanitario o della RSA (Infermiere Professionale, Oss, Terapista della Riabilitazione, Medico ecc.).
• Deve permettere non solo la valutazione delle condizioni cliniche ma anche e soprattutto delle capacità residue del paziente relative al grado di autonomia, deterioramento cognitivo e relazioni sociali.
• Le valutazioni devono essere di semplice e rapida definizione, pur nel rispetto di una rigidità nella definizione dei parametri e delle classificazioni adottate.
• Le valutazioni debbono essere effettuate periodicamente permettendo il confronto con quelle precedenti.
• Permettere di definire le singole Valutazioni sotto forma di un parametro numerico od una classe di appartenenza di quel paziente, al fine di poter utilizzare lo stesso, nei casi indicati, anche come indicatore numerico.
In particolare si tratta di individuare e poi compilare alcune schede\scale di salutazione, ognuna specifica per una determinata area o funzione (tipo il livello di autonomia, il grado di relazioni sociali, il grado di disabilità ecc.) che nella loro globalità vengano a definirci le caratteristiche generali di quel paziente e la sua evoluzione nel tempo.
Queste le Scale di Valutazione utilizzate nel Reparto di Medicina LungoDegenza della Casa di Cura “Villa Iris”, con l’indicazione della Funzione Valutata e della Figura Professionale o del Servizio cui compite la compilazione di ogni singola scala:
Scala di Norton* |
Rischio per Lesioni da Pressione |
Medici |
Scala Stotts* |
Rischio per Lesioni da Pressione |
Medici |
Scala PUSH-Tool 3.0* |
Valutazione Quantitativa Lesioni da Pressione |
Medici |
Scala D.M.I.* |
Non Autosufficienza per Motivi Sanitari |
Medici |
Rischio di Caduta** |
Valutazione del Rischio di Caduta |
Medici |
Scala di Conley* |
Valutazione del Rischio di Caduta |
Medici |
Scala A.D.L.* |
Valutazione del Livello di Autonomia |
Medici |
Scala C.I.R.S.* |
Valutazione della Comorbilità |
Medici |
Scala DI.SCO.* |
Valutazione Cognitiva e Comportamentale |
Medici |
Scala ECOG* |
Performance Status (Pazienti Oncologici) |
Medici |
Scala Karnofsky* |
Performance Status (Pazienti Oncologici) |
Medici |
Scala NRS* |
Scala di Valutazione Numerica del Dolore |
Medici |
Scala PAINAD* |
Valutazione del Dolore Pazienti Dementi |
Medici |
BRASS Index* |
Valutazione Non Dimissibilità |
Medici |
S.P.M.S.Q.* |
Valutazione del Deterioramento Cognitivo |
Psicologa |
Scala IRIS Lun** |
Valutazione Relazione tra Carico di Lavoro Infermieristico e Bisogni Assistenziali dei Pazienti |
Infermieri |
Scala di Braden* |
Rischio per Lesioni da Pressione |
Infermieri |
Scala NRS* |
Scala di Valutazione Numerica del Dolore |
Infermieri |
Scala PAINAD* |
Valutazione del Dolore Pazienti Dementi |
Infermieri |
Livello di Autonomia* |
Valutazione del Livello di Autonomia |
Riattivazione |
Scala di Tinetti* |
Valutazione dell’Equilibrio e dell’Andatura |
Riattivazione |
Follow-up Dolore* |
Valutazione del Dolore nel corso di Terapie Fisiche |
Riattivazione |
Scala E.B.S.* |
Valutazione del Comportamento Alimentare |
Infermieri |
* Scale Internazionali Validate
** Scale realizzate dal Reparto
Aggiornato il 02-06-2017 alle ore 07:47:19
Revisionato il 02-06-2017 alle ore 07:47:32