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LUNGODEGENZA Nome

“CONSIGLI UTILI”

Per i Familiari, relativi all’inserimento dei Pazienti  in una Residenza Assistenziale

 A cura del dr. Giuliani Gian Carlo

 

Nel corso dell’assistenza al paziente affetto da vasculopatia cerebrale cronica o da altra Patologia Cronica con conseguente “quadro di non-autosufficienza”, può arrivare il momento in cui viene presa la decisione di inserire lo stesso in una Casa di Riposo. Si tratta di una decisione che può essere presa in momenti differenti della malattia, ma che in qualunque momento avvenga, rappresenta certamente una scelta non facile da attuare, anche se spesso obbligata e responsabile.

E’ una decisione in cui sentimenti di paura, la rabbia, i sensi di colpa o d’impotenza, i rancori e l’ansia svolgono un ruolo non indifferente. Indipendentemente da ciò però, è bene ricordare come siano poco frequenti i casi in cui il paziente viene scaricato ed abbandonato, ma in questi conflitti erano già presenti prima della malattia.

PERCHE’ INSERIRE UN PAZIENTE IN UNA CASA DI RIPOSO? Si deve innanzitutto ricordare come l’istituzione famiglia non sia più quella di un tempo, allorquando i genitori ed i nonni passavano gli ultimi anni della loro esistenza e morivano a casa dei figli e gli anziani erano il centro di potere, ascolto ed attenzioni. Nell’attuale contesto sociale nelle famiglie entrambi i coniugi lavorano, e non certo per divertimento, avidità di denaro o semplice desiderio di emancipazione, mentre i figli, quando presenti, rimangono a casa dei genitori anche dopo gli studi e l’inizio dell’attività lavorativa.

Così risulta spesso umanamente e praticamente impossibile assistere 24 ore al giorno, talora per anni, una o più persone invalide o non autosufficienti al domicilio, specie quando anche i loro figli sono anch’essi anziani o malati.

Al problema delle risorse umane (parenti che non ce la fanno più, assistenze infermieristiche pubbliche o private inadeguate), si sommano quelli architettonici (la non idoneità delle abitazioni ad accogliere persone non autosufficienti) e quelli sanitari (il paziente presenta patologie croniche che si possono improvvisamente aggravare o che necessitano di un rapido intervento di persone competenti).

Senza dimenticare l’aspetto economico, in quanto, considerando tutte le spese che un paziente non autosufficiente può dover sopportare (assistenza infermieristica, medica, diete particolari, letti ed ausili idonei ecc.), il dover pagare la retta della Casa di Riposo (specie ove esista una integrazione da parte dell’ASL) può rappresentare un bel risparmio.

QUANDO EFFETTUARE L’INSERIMENTO? L’inserimento di un paziente in una Residenza Assistenziale può avvenire in epoche diverse della malattia: ad esempio subito dopo l’evento acuto, nei casi di lesioni cerebrali importanti oppure dopo vari tentativi di ricovero volti a migliorare l’autonomia nei casi in cui il recupero risulti lento oppure dopo anni di assistenza al domicilio allorquando vengono meno certi presupposti assistenziali tipo malattia o morte del coniuge o problemi economici o lavorativi dei familiari.

Spesso però a decidere tale momento è solo la disponibilità del posto letto. Come noto in questi ultimi anni si è fatta sempre più evidente la carenza di strutture per anziani, in una società in cui gli anziani sono numericamente in crescita e in cui la malattie, a seguito dei progressi della Medicina, si sono trasformate da acute e letali a croniche ed invalidanti.

Non esiste, come regola generale il “momento giusto” che può variare da caso a caso e spesso essere determinato da situazioni occasionali. In questo contesto è bene interessarsi fin dall’inizio della malattia allorquando invalidante, prenotandosi presso le strutture apparentemente più idonee: solo un domani si potrà decidere se approfittare della possibilità che ci viene offerta.

COME ACCEDERE AD UNA CASA DI RIPOSO IN CONVENZIONE?

All’interno delle ASL gli enti preposti all’inserimento dei pazienti anziani non autosufficienti sono le Unità Valutative Geriatriche (note anche con la sigla U.V.G.).

Tali UVG, 1 per ogni ASL e costituite da medici, infermieri ed assistenti sociali operanti all’interno dell’ ASL stessa, costituiscono la Commissione abilitata a valutare le condizioni sociali, sanitarie ed il grado di autosufficienza del paziente, a giudicare la necessità di un suo inserimento in strutture assistenziali, a decidere il tipo di struttura che può ospitarlo (RA, RAF, RSA o struttura ospedaliera) nonché a stabilire le graduatorie per l’inserimento. Attualmente la Normativa Piemontese non prevede più la classificazione in RA-RAF-RSA, bensì solo più in RA-RSA, comprendendo più livelli di non-autosufficienza.

Per poter essere accolti in una Residenza Assistenziale in regime di convenzione, deve essere seguita la seguente trafila (almeno per la Regione Piemonte):

  • Il paziente (generalmente un familiare) deve compilare gli appositi moduli di richiesta -inserimento in strutture assistenziali, moduli che, seppur differenti da ASL ad ASL, sono  generalmente composti da più certificati:

(1)                medico, che deve essere compilato dal medico di base o da quello ospedaliero o di Casa di Cura che al momento ha in cura il paziente;

(2)                sociale, compilato dall’assistente sociale di zona o della struttura sanitaria in cui il paziente è ricoverato;

(3)                infermieristico, compilato da eventuale personale infermieristico che assiste il paziente a domicilio (Assistenza Domiciliare Integrata) od in Ospedale o Casa di Cura.

Tali moduli devono, una volta compilati, essere consegnati all’ UVG di zona del paziente.

L’UVG, nel corso delle proprie periodiche riunioni, valuta la situazione del paziente per il quale è stata fatta richiesta di inserimento, sulla base o della sola documentazione  e  modulistica  fornita  o  dopo aver  visitato il paziente tramite i propri Medici. Viene così stabilita la necessità o meno di un inserimento in struttura assistenziale, definendone anche il livello di assistenza necessitante pr quel Paziente.

Allorquando in una struttura assistenziale è libero un posto letto, si crea la possibilità di inserire il paziente che risulti primo in graduatoria nella lista d’attesa.

QUALI DEVONO ESSERE LE CARATTERISTICHE DELLA CASA DI RIPOSO? Il termine “Casa di Riposo” è di per sé poco invogliante e molti lo associano a quello di “ricovero” o, peggio ancora, ad “ospizio”.

Certamente esistono delle Strutture (poche) poco qualificabili per igiene, pulizia ed assistenza (tipo certe “pensioni per anziani”), ma esistono anche molte Case di Riposo che, per organizzazione, arredi e livelli assistenziali, hanno poco da invidiare a certi Reparti Ospedalieri.

Il termine Casa di Riposo (come detto prima) viene così oggi sostituito da quello di Residenza Assistenziale, ma non si tratta di una variazione solo nominale. Negli ultimi anni, infatti, secondo quanto stabilito, tutte le Strutture che ospitavano Anziani e Non Autosufficienti sono state sottoposte ad approfonditi controlli e nuove classificazioni da parte delle ASL, sulla base di nuovi requisiti strutturali, organizzativi ed assistenziali. In tal modo sono state confermate, sospese o variate le singole autorizzazioni, conferite quindi come riconoscimento di idoneità e serietà assistenziale.

Ogni singola struttura, nella maggioranza dei casi privata, è stata inoltre autorizzata a convenzionarsi con le ASL interessate, potendo richiedere una retta stabilita per Legge e ripartita in due quote: una Sanitaria (a carico dell’ASL) ed una Alberghiera (a carico del paziente o dei Servizi Sociali).

COSA PORTARE IN CASA DI RIPOSO? Al momento del ricovero è bene portare con sé tutta la documentazione sanitaria in possesso (tipo fotocopie di Cartelle Cliniche, Ricette Mediche), eventuali schemi dietetici, le fotocopie del Verbale d’Invalidità e d’Esenzione Ticket, il Libretto Sanitario, la Carta d’Identità, il Codice Fiscale ed una piccola scorta di farmaci assunti dal paziente, in attesa di dar tempo alla struttura di procurarli autonomamente anche se dove andrete Vi forniranno una carrozzina, è bene anche portare quella del paziente, se in buone condizioni: è bene che il paziente inizi a convivere con oggetti che gli ricordino il più possibile la propria casa e la propria quotidianità precedente. e' bene così portare delle vecchie foto di famiglia, dei pizzi, dei soprammobili, delle coperte fatte a mano ed altre cose da sistemare nelle camere. La biancheria ed i vestiti, quelli di stagione, dovranno essere etichettati con numeri o sigle di riconoscimento, per la lavanderia.

E’ consigliabile raccontare subito agli operatori la vita dell’anziano, fornendo così dei possibili argomenti con cui entrare in contatto con lo stesso, facilitandone così l’inserimento. E’ bene, inoltre spiegare subito, per evitare discussioni successive, le piccole ma importanti esigenze del paziente e dei suoi familiari.

Se il paziente da inserire è una persona ancora lucida, è bene farla partecipare in prima persona a queste descrizioni. Quasi tutte le strutture forniscono all’ingresso una copia del Regolamento Interno; se non vi fosse fornito, dovreste richiederlo.

Sul versante Sanitario – Assistenziale dovranno essere segnalati agli Infermieri ed ai Medici l’eventuale tendenza alle cadute, le lesioni (attuali o pregresse) da decubito, le protesi dentarie ed acustiche, i vari ausili, nonché le patologie pregresse e quelle in atto con le relative cure fino ad ora intraprese.

IL COMPORTAMENTO DOPO L’INSERIMENTO. Ogni paziente istituzionalizzato nei primi giorni (in alcuni casi anche settimane o mesi) va incontro ad una prima fase di depressione reattiva, con possibile rifiuto dell’ ambiente e degli altri ospiti, con possibile peggioramento anche delle condizioni fisiche. In rari casi tutto l’interesse del paziente è rivolto a pensieri di fuga e di risentimento verso chi lo ha accompagnato in Casa di Riposo. I pazienti con Demenza Senile, invece, possono presentare un’accentuazione di confusione, disorientamento, ansia ed aggressività. Il tutto però può essere di breve durata e poco per volta la persona anziana si adatta al nuovo ambiente, alle nuove compagnie ed alla vita di comunità.

E’ proprio nel primo periodo di inserimento che è bene fare frequenti visite, anche giornaliere, che solo in seguito, raggiunto un buon livello di adattamento, possono essere diradate.

Ricordatevi infatti, che il paziente anziano, anche se lucido e ben cosciente dei problemi  di famiglia, ha come intimo desiderio lo stare a casa propria, assistito 24 ore al giorno dai propri figli, che non dovranno occuparsi più di nient’altro (lavoro compreso).

Ecco il perché del corteo di lamentele su tutto (il mangiare, la camera, gli orario) e tutti (gli infermieri, gli altri ospiti, gli altri familiari) che il paziente riferisce in occasione di ogni visita ai familiari, i quali, in ogni caso, è bene ne discutano con i Responsabili della Casa.

LE VISITE AL PAZIENTE LUCIDO. Allorquando si fa visita ad un paziente lucido è bene coinvolgerlo nelle proprie vicende di famiglia, facendolo ancora sentire non solo una persona attiva ma anche un membro ancora importante nel contesto familiare (come un parente che ha solo traslocato), magari chiedendogli consigli su acquisti, sulla scelta di un abito o sull’educazione dei figli. Oppure impegnandolo in attività quali seguire gli sviluppi di una telenovela che non potete seguire, del campionato di calcio o delle vicende politiche o della cronaca rosa.

Con l’ospite potrete prendere l’impegno di portarlo a casa la domenica o durante le feste o di seguire insieme le Feste o le Messe in Casa di Riposo o di uscire per prendere un gelato o per farlo camminare (quando possibile). E’ bene parlare di tutto, evitando però gli argomenti ansiogeni e le brutte notizie che dovranno essere comunicate poco per volta (tipo la morte di una persona cara); chiedendo notizie sulla vita di Comunità e magari facendo pettegolezzi: le cose stupide servono anche e soprattutto a scaricare la nostra e le altrui tensioni.

Positivo risulta essere il portare in visita delle persone da tempo non viste e che possono provocare piacevoli ricordi, nonché gli animali cui l’anziano era affezionato. Allo stesso modo serve la telefonata quando da alcuni giorni non ci si fa vivi e lo scrivere delle cartoline ad ogni viaggio o gita, da cui portare in regalo degli oggetti.

Non deve invece essere sottolineata, durante la visita, l’assenza od il disinteresse degli altri propri parenti e controproducente è il passare gran parte della visita a “chiaccherare” con altri ospiti o i loro parenti: il vostro parente ne sarebbe geloso.

LE VISITE AL PAZIENTE CONFUSO. Anche il paziente confuso o disturbato necessita delle periodiche visite dei familiari, anche se non li riconosce e non sa o non può rispondere o interessarsi alla cosa. A volte tali visite possono agitarlo o confonderlo ancora di più o magari renderlo aggressivo e violento. Anche se la tendenza ad evitare tali visite si farà forte è bene continuare, magari diradandole, eliminandole solo nei casi di penosa sofferenza da entrambe le parti.

Le maggiori difficoltà in questi casi stanno proprio nel non sapere cosa fare e dire, risultando però quasi sempre sufficiente e fondamentale la sola presenza.

AGGRAVAMENTO E PERICOLO DI VITA. Nel caso in cui il paziente dovesse improvvisamente aggravarsi (magari per una recidiva o riacutizzazione delle patologie croniche) ed essere in pericolo di vita, è bene valutare se sia il caso di trasferire lo stesso in ospedale. Si dovranno infatti mettere sui piatti della bilancia gli argomenti a favore (tipo l’utilità di esami di laboratorio e strumentali) e quelli contro (se la struttura è dotata di un’affidabile assistenza medico-infermieristica le cure saranno identiche anche lì).  E’ bene però ricordare che lo spostamento in Pronto Soccorso con conseguente attesa di un posto letto non in barella, rappresenta per il paziente uno stress non indifferente, dovendo anche soggiornare in un ambiente che non è il proprio e con assenza di familiari vicini (diversità di orari di visita).

Dal momento in cui un paziente viene inserito in una Casa di Riposo, quella sarà la Sua, forse ultima, Casa, dove, se l’assistenza sarà adeguata, passare gli ultimi giorni della propria vita, circondato da persone che conoscono Lui, la Sua Famiglia e le Loro esigenze.

 

(ispirato a capitolo relativo del Volume prendersi cura – di G.C. Giuliani e L.Palazzi - UOA Medicina Lungodegenza  “Casa di Cura \ Poliambulatorio Villa Iris – Pianezza (To) – edito da Neos Edizioni Anno 2003)

 

 

Aggiornata il 28-04-2015 alle ore 19:03:07

 

 

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